Amare ciò che ci circonda per trasmetterlo con passione
Sara Mandelli 24 anni, docente di Scuola dell’Infanzia nella provincia di Brescia. Con il suo lavoro di tesi volto all’approfondimento della tematica ambientale nella scuola dell’infanzia, ha vinto il concorso promosso dalla Fondazione Cogeme di Rovato (Brescia). Come premio, ha avuto la possibilità di vivere un’esperienza di viaggio-studio in Ticino, a contatto con differenti realtà che si occupano di sensibilizzazione ed educazione sostenibile nelle scuole e nel territorio. Ecco le sue impressioni in sintesi.
Durante la mia settimana in Ticino sono stata ospite della scuola dell’infanzia di Rivera-Bironico con le insegnanti Alice Balerna e Giovanna Isolini, successivamente alla “scuola nel bosco” di Arcegno, con Cinzia Pradella, del gruppo di educazione ambientale della Svizzera italiana (GEASI). In entrambe le esperienze ho saputo cogliere il valore che viene dato all’ambiente, come un vero e proprio contenitore di esperienze di vita. In Italia la scuola è ancora troppo confinata entro i propri muri; si esce poco dall’aula, i bambini apprezzano e conoscono sempre meno il profumo della natura, la gioia dello stare all’aperto. La scuola si fa a scuola, tra i banchi e i libri. Queste esperienze mi hanno invece permesso di capire come sia possibile fare scuola anche e soprattutto all’aperto, a diretto contatto con il territorio. I bambini, specialmente se piccoli, devono saper coltivare la passione per il gioco all’aria aperta arrampicandosi tra i rami degli alberi, meravigliandosi trovando un vermiciattolo tra la terra e le foglie, scoprendo il corso di un fiume o le impronte degli animali. Dalle piccole e semplici cose che a loro piacciono, le insegnanti sanno costruire un percorso multisensoriale che li avvicina al consolidamento di abilità e conoscenze fondamentali per la vita. L’ambiente viene così conosciuto a poco a poco, apprezzato e amato.
La scuola nel bosco è stato un grande esempio di scuola libera, vera, bella. La costruzione di un nido d’aquila in modo del tutto spontaneo e naturale con i rami degli alberi, dove le classi possano abitualmente trovarsi per un momento di condivisione e attività insieme. Questo, è stato per me un chiaro segno di come l’ambiente possa integrarsi con la didattica offrendo ad essa innumerevoli spunti di riflessione. Infatti tra gli obiettivi del GEASI vi è la promozione dell’educazione ambientale per far scoprire e conoscere il rapporto e le dinamiche uomo-natura. Credo dunque che il miglior modo sia proprio quello di vedere con mano la realtà, di poter sperimentare e scoprire per giungere a riflettere in autonomia.
Per me, fare un confronto con l’Italia è stato doveroso oltre che immediato. Ho infatti notato che, sebbene proposte simili siano presenti anche da noi, in Ticino l’educazione ambientale è vissuta- non insegnata. Docenti e formatori da me incontrati mi hanno dimostrato che è di fondamentale importanza sentirsi parte di un territorio che va osservato, scoperto ed esplorato attraverso i sensi. Bisogna sentire il proprio territorio come un luogo ricco di contenuti e scoperte ed investire energie su di esso. Essere realmente responsabili nei confronti dell’ambiente e agire coscienziosamente richiede un atteggiamento prima di tutto di amore. Amare ciò che ci circonda, appassionarsi e coinvolgersi al punto tale da saper trasmettere empaticamente tale sentimento anche agli allievi. In questo senso, secondo me, la scuola è parte attiva della società!
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