Ognuno al proprio posto

Chacun à sa place

Uomo e fauna selvatica: decifrare le complessità e ampliare i propri orizzonti | DR. ARIANE HUGUENIN

Che cosa vogliamo fare del lupo, del grande lupo cattivo? Che posto vogliamo assegnargli e perché? Il lupo incarna i conflitti socio­ambientali che qui, come in tutto il mondo, si creano intorno agli animali selvatici. Nell’ottica dell’ESS, il lupo ci permette di mettere in discussione il nostro rapporto con l’ambiente naturale, impersona il nostro attaccamento a determinati valori e mette a nudo le nostre contraddizioni.

Sotto la pressione di un’urbanizzazione galoppante, del turismo e delle attività ricreative, della conversione in terreni agricoli degli habitat naturali e del riscaldamento globale, i conflitti legati alla convivenza dell’uomo con la fauna selvatica stanno aumen­ tando qui come nel resto del mondo. Ne sono un esempio le recenti prese di posizione a favore e contro il lupo, a seguito di diversi attacchi al bestiame avvenuti in Svizzera. Il lupo riveste un ruolo diverso a seconda degli attori e dei gruppi di interesse coinvolti: per i sostenitori, il lupo è un anello essenziale dell’ecosistema e rappresenta un patrimonio. Per i detrattori, la sua presenza non è più sotto controllo.

Animali come «oggetti di confine»

Nell’ambito di un insegnamento orientato dall’ESS, parlare in classe di queste controversie è un modo intelligente per indurre i giovani a formarsi un’opinione di fronte a questioni complesse. Che si tratti di dibattiti legati alle tigri che uccidono il bestiame in Malesia, agli elefanti che calpestano le coltivazioni in Kenya o al rapporto tra oranghi ed esseri umani a Sumatra o sull’isola del Borneo, questi casi permettono alle allieve e agli allievi di esami­nare le motivazioni che inducono gli esseri umani a spingersi sempre più in profondità in territori scarsamente popolati o disa­bitati, a costo di danneggiare alcune specie. Questi casi, per contro, consentono di mettere in luce anche l’impatto negativo che la fauna selvatica esercita sulle società umane tramite le razzie, il semplice passaggio e gli attacchi dei carnivori ai danni di animali da allevamento o addirittura di persone. L’animale, posto all’interfaccia tra attori con opinioni diverse, funge così da «oggetto di confine» (Leigh Star, 2010) e può essere utilizzato per articolare diversi registri argomentativi: riferimenti scientifici multidisciplinari, posizioni etiche, considerazioni economiche e pratiche, e così via. Ma come si affronta in classe il problema del lupo?

Esempio per l’ESS: dibattito «lupo e conflitti socio­ambientali»

Può essere utile, quando l’insegnante prepara una sequenza didattica, cercare di strutturare idee e argomentazioni in base alle cinque dimensioni dello sviluppo sostenibile. In questo modo, ci si assicura che, durante la raccolta dei documenti di riferimento, non venga trascurato nessun aspetto (vedi tabella).

Fase 1: domande (Qual è il «posto giusto» del lupo e dell’uomo?)

Inizialmente, le allieve e gli allievi approfondiscono individual­mente le proprie conoscenze delle questioni relative al rapporto uomo­lupo attenendosi ai fatti. Così facendo, scopriranno aspetti meno noti, come il ruolo dell’economia alpina nella gestione del paesaggio o il ruolo dei predatori nell’ecologia forestale. Le allieve e gli allievi si divideranno poi in gruppi in base agli interessi degli attori coinvolti: animalisti, allevatori/pastori, agenti di viaggio, abitanti di un villaggio di mon­tagna, abitanti della pianura e cacciatori. Per meglio definire la posizione dei propri gruppi, allieve e allievi dovranno rispondere alla seguente domanda: «Qual è il ‹posto giusto› del lupo e qual è quello dell’uomo e perché?» Questa domanda li porta ad affrontare la natura multidimensionale dei diversi tipi di rapporto che si instaurano con questo animale, nonché le rappresentazioni simboliche alla base (lupi e cani da pastore visti come animali feroci e pericolosi per gli esseri umani, cacciatori visti come predatori di animali selvatici, ecc.).

Fase 2: argomenti, dimensioni, valori

In un secondo tempo, il dibattito permette di consolidare le proprie posizioni. Tuttavia, non è sufficiente elencare le argomentazioni, ma, per essere convincenti, bisogna percorrere le varie dimensioni e controbattere le argomentazioni della parte avversa. Questa fase consente ad allieve e allievi di mettere alla prova il proprio pensiero sistemico, confrontandosi con conte­ nuti ricchi di valori.

Fase 3: compromessi

Infine, ciascun gruppo immagina un compro­ messo volto a consentire una convivenza più sostenibile con i lupi. Questa fase permette ai gruppi di scoprire che le soluzioni previste sono spesso provvisorie e non garantiscono una risoluzione completa dei problemi e delle tensioni.

Il valore della discussione dal punto di vista dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile (ESS)

Dal punto di vista dell’ESS, parlare del «posto giusto» degli animali selvatici e degli esseri umani, attraverso casi ben documentati di conflitti socio­ambientali, significa, in primo luogo, far riflettere i giovani sulle cause della crescente permeabilità dei confini fisici tra esseri umani e non umani. In secondo luogo, significa indurli a considerare i criteri più o meno con­traddittori utilizzati per definire tali confini. In terzo luogo, significa metterli di fronte al ruolo e all’importanza che desideriamo o meno attribu­ire a questi animali e, più in generale, all’ambiente naturale. Grazie a questo esercizio, al­lieve e allievi verranno a contatto con la complessità del rapporto tra esseri umani e non umani giungendo a chiedersi come sia possibile convivere in modo più sostenibile con gli animali selvatici.

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Riferimento bibliografico:

– Leigh Star, S. (2010). Ceci n’est pas un objet-­frontière. Réflexions sur l’origine d’un concept. Revue d’anthropologie des connaissances, 4,1, 18–35.