Giochi di pianificazione come mezzo d'insegnamento
Il Dr. Markus Ulrich ha lavorato dapprima come ricercatore e docente in modellizzazione dell’ambiente presso il Politecnico Federale di Zurigo e poi ha costituito la società UCS Ulrich Creative Simulations, specializzata nello sviluppo e nell’impiego di giochi di pianificazione incentrati sullo sviluppo sostenibile. In occasione della 2a giornata internazionale dei giochi di simulazione (International Day of Simulation and Gaming), il Dr. Ulrich ci ha rilasciato un’intervista condividendo con noi il suo grande bagaglio di conoscenze.
Dr. Ulrich, che differenza c’è fra un gioco di simulazione e un gioco di pianificazione?
In Inghilterra sono sinonimi, in Francia si parla di ”jeu de simulation” e in Germania di gioco di pianificazione. Il cosiddetto gioco di pianificazione include però sempre elementi quali la simulazione, il gioco (in senso stretto), il gioco di ruolo e il caso di studio. Questi elementi, tuttavia, emergono in misura molto diversa in funzione dei giochi.
Con i giochi di pianificazione si fa astrazione di situazioni complesse per concentrarsi sull’essenziale
Cosa depone a favore dell’impiego di giochi di pianificazione per insegnare lo sviluppo sostenibile?
Con i giochi di pianificazione si fa astrazione di situazioni complesse per concentrarsi sull’essenziale. Questi giochi consentono anche di accedere al tempo. Nel gioco di pianificazione triCO2lor, per esempio, siedono diverse generazioni attorno al tavolo. Inoltre con i giochi di pianificazione si può sperimentare senza correre rischi. Essi offrono agli allievi la possibilità di vivere momenti molto significativi e di far tesoro di esperienze che altrimenti farebbero solo raramente. Ecco un esempio: alcuni anni fa, mi trovavo all’Università di San Gallo per un test. In un gioco, gli studenti di pedagogia economica avevano pescato talmente tanto da svuotare l’oceano. Erano inorriditi di esserci riusciti, anche se conoscevano le regole e si consideravano persone rispettose dell’ambiente. Ma il sistema li ha coinvolti e l’oceano è stato svuotato. Riflettendo poi a quanto successo, gli studenti hanno capito ciò che è andato storto e imparato in che modo si dovrebbero cambiare le regole.