Questa proposta, che non è nuova, si sposa perfettamente con la campagna “Scuola in movimento” promossa dall’UFSPO.
Quale ruolo può o deve avere la scuola nel benessere dei bambini e dei giovani?
La salute non è fine a sé stessa, ma è una risorsa indispensabile per raggiungere il benessere, sia individuale, sia collettivo. In questo senso la scuola dovrebbe mettere a disposizione degli strumenti per valorizzarla, per poter riflettere sui propri bisogni e per far sì che ognuno si senta bene. Ciò può essere fatto attivando ad esempio dei progetti di classe o d’istituto su tematiche quali il vivere insieme, la promozione della salute, la condivisione o la solidarietà. La scuola diventa così un laboratorio che servirà per tutta la vita.
Il movimento è un bisogno fondamentale
Quale influenza ha il movimento, durante le lezioni, sulla salute?
Il movimento è un bisogno fondamentale, tant’è che ce ne stiamo rendendo particolarmente conto in questo periodo segnato dalla pandemia. Credo si possa affermare che anche noi adulti abbiamo la sensazione di sentirci meglio quando riflettiamo passeggiando all’aria aperta piuttosto che seduti al chiuso, in poltrona. Il movimento è salute. Inoltre, e ci sono diversi studi che lo attestano, con il movimento si ottengono un migliore apprendimento e una migliore memorizzazione, così come un’accresciuta creatività.
Con la Rete delle scuole21 lei ha sviluppato la proposta “Le vostre idee vanno in passeggiata”. Qual è il suo valore aggiunto rispetto alle lezioni in aula?
Il valore aggiunto consiste nel lavorare insieme per trovare delle soluzioni o delle idee di progetti per la classe, per la scuola, per l’ambiente circostante l’istituto, per l’associazione di quartiere o per gli artigiani locali, ecc. Significa costruire una rete attorno alla scuola.
Costruire una rete attorno alla scuola
Questo si può raggiungere più facilmente uscendo dalla propria aula. È però fondamentale non fermarsi all’idea, essa deve rappresentare uno stimolo per intraprendere un percorso comune, al quale gli allievi partecipano attivamente e sono quindi parte del cambiamento.
L'esercizio fisico all'aperto mette in movimento anche la mente. Perché? Cosa alimenta la creatività?
La letteratura specifica che l’apprendimento all’esterno ha un impatto importante sulla creatività degli allievi. Nei paesi del Nord è prassi diffusa tenere delle lezioni, per esempio di matematica, all’esterno perché è più facile conferire visibilità e concretezza anche a nozioni complesse. Così, per esempio, calcolare la pendenza di un pendio o di una montagna, o l’altezza di un albero significa lavorare su qualcosa di concreto cercando, inventando e creando delle possibili soluzioni.
La natura influisce sulla salute e sulla creatività?
La natura influisce positivamente sulle persone. Facendo scuola all’esterno, non solo non si perde tempo, ma gli allievi si sentono meglio e di conseguenza la loro creatività risultata nettamente migliore. Ciò è stato dimostrato anche da un lavoro di ricerca svolto da Ophélia Dysli-Jeanneret, (direttrice del dipartimento dello sport del comune di Yverdon-les-Bains) che ha confrontato la creatività in diverse classi, alcune che seguivano lezioni all’esterno e altre solo in aula.
La natura trae beneficio dal fatto di svolgere delle lezioni all’esterno?
Lavorare nella natura porta a ristabilire un certo equilibrio fra l’apprendimento e la vita reale, quella al di fuori della scuola: si risveglia negli allievi la curiosità su quello che accade attorno a loro, permettendogli di imparare a conoscere meglio l’ambiente che li circonda.
Equilibrio fra apprendimento e vita reale
Diversi educatori ambientali lavorano in questo modo, ad esempio le associazioni SILVIVA e Geasi (ndr. per la Svizzera italiana) offrono numerose attività nella natura che abbinano movimento e apprendimento, sostenendo così sia la salute degli allievi che il rispetto della natura.
La partecipazione, una competenza fondamentale nella sua proposta: come si realizza e perché è importante anche per lo sviluppo sostenibile?
Se voglio raggiungere il benessere è necessario che io mi metta a lavorare sui bisogni che mi fanno stare bene, tendendo conto delle sfide sociali, economiche e ambientali che la nostra società deve affrontare. In questo senso, la partecipazione attiva al soddisfacimento di questi bisogni sostenibili è fondamentale per potersi esprimere, per condividere e per far valere le proprie necessità, mobilitando svariate conoscenze e competenze. La scuola dovrebbe quindi mettere a disposizione spazi che diano la possibilità agli allievi di realizzare loro stessi dei progetti. Uscendo dall’aula e collaborando, i progetti diventano concreti ed è possibile toccare con mano vari aspetti della vita (sociali, economici e ambientali) conferendo un significato proprio ai bisogni sostenibili. Ciò è fondamentale in quanto solo così gli allievi, oltre a prendere gusto nel fare da sé, possono assumere una posizione critica riguardo a ciò che consumano, poiché vi attribuiscono un valore diverso.
Quali sono le altre competenze ESS, all’infuori della creatività e della partecipazione, che sono toccate da questa proposta e come vengono attivate?
Se la concretizzazione di un’idea parte da un sapere, del quale gli allievi si appropriano plasmandolo per creare qualcosa, allora tutte le competenze ESS sono utilizzate. Mi spiego: il sapere deve dapprima essere compreso. Successivamente viene fatto proprio, contestualizzandolo in modo sistemico tenendo conto dei vari elementi. Acquisita una visione d’insieme, lo si trasforma collaborando e riflettendo insieme agli altri. Infine, si realizza l’idea in modo autonomo, assumendo le proprie responsabilità, per ottenere un risultato concreto.
L'insegnante,
da detentore e trasmettitore del sapere,
si trasforma in facilitatore
Da quanto descritto si deduce che è fondamentale il percorso svolto. Il risultato di per sé non sempre è all’altezza delle aspettative iniziali dell’insegnante, talvolta è anche deludente. Questo può accadere poiché, offrendo maggiore libertà di movimento agli allievi, il docente si priva del controllo. In questo senso il docente è indotto a un cambio di paradigma. Da detentore e trasmettitore del sapere si trasforma in facilitatore, che sa dove e come trovare il sapere, e in accompagnatore che fornisce agli allievi gli strumenti per consentire loro di affrontare le sfide del domani!
Guarda l'intervista video (28'48") completa nella versione originale francese.