Mio, tuo - nostro

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A chi appartiene la matita con cui scrivo? Chi fa in modo che il mio parco giochi preferito sia ben tenuto, curato e sicuro? I boschi e i laghi cambiano quando tutti noi vi giochiamo o nuotiamo spesso? Soprattutto nel caso di beni comuni come l'aria pulita, fondamentalmente accessibili a tutti e utilizzabili da tutti, le risposte a queste domande hanno un'importanza centrale per favorire uno sviluppo sostenibile. Inoltre, i discenti sono circondati quotidianamente dai beni comuni, per esempio la scuola pubblica, il bosco o il tavolo da pranzo in casa loro. Un insegnamento orientato all'ESS contempla quindi il tema dei "beni comuni".   

Introduzione

 

Le seguenti considerazioni sull’ESS e gli approfondimenti tematici sono scaricabili come PDF: Introduzione all’ESS e approfondimenti tematici

éducation21 desidera fornire a docenti e alle scuole un accesso facilitato all'ESS nell'insegnamento e a scuola. In quest’ottica, oltre a conoscere gli approfondimenti del tema, è particolarmente importante affrontarlo dal punto di vista delle emergenze ecologiche e sociali, ciò che consente al tema di acquisire importanza. Questo permette di comprendere il significato che questo tema ha nella vita quotidiana concreta di allieve e allievi. Le seguenti considerazioni forniscono a tale fine una panoramica della pertinenza (ESS) del tema.

1. Competenze ESS

Trattare il tema dei "beni comuni" permette di allenare diverse competenze ESS. Quando le persone in formazione riflettono a come i beni comuni possano essere preservati ai fini di uno sviluppo sostenibile adottando un approccio orientato alla visione, pensano e agiscono in modo anticipatorio. A volte è necessario ragionare su chi dovrebbe essere responsabile di quale bene e sui diritti e doveri ad essi associati. In questo modo, le persone in formazione si sentono parte del mondo e si assumono le proprie responsabilità. Comprendono la loro influenza sui beni comuni e privati, riconoscono i loro margini di manovra e li utilizzano. E dato che il tema è strettamente correlato alla cooperazione e le persone in formazione valutano insieme le questioni riguardanti lo sviluppo sostenibile, la cooperazione avviene su due livelli. Senza contare che per tutto il tempo in cui trattano questo tema, allenano la loro creatività pensando in modo critico e costruttivo. L'utilizzo delle rappresentazioni dei discenti è arricchente, per esempio per intraprendere e concludere un processo, al fine di misurare i progressi compiuti, gli apprendimenti acquisiti e le competenze dell’ESS mobilitate.

2. Domande ESS

Le domande ESS elencate di seguito si caratterizzano per la loro complessità. Ovvero, le risposte non sono né giuste né sbagliate, ma vanno discusse. Pertanto, queste domande possono servire come base per discussioni, attività, progetti o simili in classe o a scuola. Domande concrete: Chi si occupa di sbrigare le faccende domestiche in casa? A chi appartiene il giocattolo con cui gioco in casa? Posso creare qualcosa utilizzando del materiale che trovo per terra nel bosco e portarlo a casa? Cosa posso fare per mantenere l'aria pulita e l'acqua potabile? A chi appartengono i pesci nel Lago Maggiore? A chi appartiene l'aria? A chi appartengono i boschi? Di quanti giocattoli ho bisogno? Come posso suddividere una torta per tutta la classe? Perché posso respirare l'aria ovunque io mi trovi, ma non posso costruire una casa in qualsiasi luogo? Perché i miei genitori fanno le pulizie in casa ma non a scuola e nella casa comunale? Come faccio a collaborare con gli altri all'interno di un gruppo? Domande generali: Come si possono gestire i beni comuni ai fini di uno sviluppo sostenibile? Come si riesce a cooperare quando si devono gestire dei beni comuni (e privati)? In quali ambiti della vita quotidiana potremmo condividere di più? Chi è responsabile di preservare i beni comuni? Quali beni lo Stato dovrebbe mettere a disposizione di tutti? In che modo il mio comportamento in fatto di consumi influisce sull'ambiente? (Lasciare rifiuti in giro, pescare eccessivamente nei mari, inquinare l'aria a causa dei viaggi, acquistare sempre nuovi giocattoli, ecc.) Quali beni comuni sono importanti per me? Cosa significa per me proprietà? Quali bisogni sono bisogni fondamentali? Di cosa sono responsabile? Come posso prendermi cura dei beni comuni? Quali beni privati dovrebbero essere accessibili a tutti? Quali beni comuni dovrebbero essere privatizzati?

3. Trasposizione didattica in classe

Il tema dei "beni comuni" è pertinente e attuabile a tutti i livelli. I discenti sono circondati ovunque da beni. Molti di essi, come gli zaini, i vestiti e le merende, sono beni privati. Le scuole pubbliche e le loro attrezzature sono invece considerate beni comuni. In questo modo, c'è un collegamento tematico diretto con il mondo delle persone in formazione. Questo punto di partenza consente di svolgere tutta una serie di attività durante l'insegnamento tra cui: fare una passeggiata e riflettere su chi possiede quale bene e perché è così. A chi appartiene la strada principale? A chi appartiene la scuola? A chi appartiene questo albero? A chi appartiene quest'auto? Riallacciandosi a queste domande, chiedere poi a chi dovrebbe appartenere il bene in questione e perché. Fare una passeggiata e discutere su quali beni naturali sono fondamentali per uno sviluppo sostenibile e su come preservarli. Registrare per un giorno il proprio comportamento di consumo. Confrontare in classe i risultati ottenuti e discuterli in modo critico. Quali beni ho consumato? Quali di essi coprivano un bisogno fondamentale e quali no? Come posso modificare il mio comportamento in fatto di consumi per proteggere o preservare i beni (comuni)? Perché? Discutere le regole di condotta per il comportamento da adottare in Internet. Stabilire insieme delle regole per decidere chi è responsabile di quali giocattoli in aula e chi può usarli e quando. Diritto consuetudinario: a partire dall'esempio del Lago di Costanza e della pesca illustrato nelle conoscenze di base, cercare alcuni esempi analoghi e discuterne. Creare un'opera d'arte con materiali scolastici e discutere sulle domande seguenti: a chi appartiene? Perché? Svolgere un servizio a favore della comunità sotto forma di settimana di progetto e riflettere sulle esperienze vissute. Rilevare e confrontare per un giorno il proprio comportamento nei confronti dei beni comuni (inventario scolastico, tavolo da cucina, strada pubblica, ecc.) e riflettervi su criticamente. Condurre un dibattito sotto forma di gioco di ruoli. Giocare al gioco sui beni comuni “Pesca allo stagno". In classe, guardate insieme questa immagine e discutete su come una torta possa essere suddivisa in modo che tutti gli interessati ne siano soddisfatti. Quali condizioni devono essere soddisfatte perché ciò avvenga? …

4. Trasposizione didattica a scuola

Le domande sui beni comuni riguardano anche la scuola come istituzione. In quanto parte della scuola, gli/le insegnanti, le collaboratrici e i collaboratori della segreteria, il personale di servizio, così come i discenti sono tenuti a gestire con cura i beni comuni e tutto ciò che appartiene loro. La domanda "chi assume quale responsabilità?" richiede una risposta da parte di tutta la scuola. Oltre a questa considerazione, i seguenti suggerimenti aiutano ad attuare il tema a scuola: gestire insieme un giardino o orto scolastico. Raccogliere beni privati inutilizzati (vecchi giocattoli, DVD, ecc.) e gestirli come beni comuni per tutta la scuola. Valutare, a livello di istituto scolastico, quali beni della scuola dovrebbero essere accessibili a tutti i discenti (libri della classe per l'intero livello, strumenti, tablet, mensa scolastica, ecc.). Informarsi sul ciclo di vita di un libro, visitare una tipografia e, per esempio, creare un box per lo scambio di libri o di un altro oggetto. Lavorare insieme per creare un clima scolastico gradevole in cui tutti possano sentirsi a proprio agio. ...

pubblicato il 12.10.2023

1° ciclo

Nel Piano di Studio Formazione generale: i concetti che i contesti abbracciano si rifanno agli obiettivi di sviluppo sostenibile, riassumibili attraverso una serie di snodi tematici. Questi sfociano negli orientamenti realizzativi e nei contesti di esperienza seguenti: Cittadinanza, culture e società: assumere e condividere (…) azioni di reciprocità positiva (altruismo), andando oltre al proprio bisogno in favore di scelte collettive; ideare modalità efficaci per la collaborazione (…) e la gestione dei giochi.   Biosfera, salute e benessere: individuare e mettere in pratica strategie per la promozione della cura del proprio ambiente.   Economia e consumi: prendere coscienza dei propri desideri rispetto ai principali beni di consumo, attuando semplici strategie di gestione del superfluo e degli sprechi.
Proposte didattiche
	Lavoro e proprietà (Download) Con questa proposta didattica, le allieve e gli allievi affrontano la questione di quando qualcosa appartiene a loro.
	Beni comuni globali (Download) Con questa proposta didattica, le allieve e gli allievi affrontano la questione di quali beni appartengono a tutti e come possono essere preservati.
Materiali didattici e film
	Marta e l’acqua scomparsa (Libro) Quando Marta va a trovare la nonna l’aspetta una brutta sorpresa: in giardino la fontana di cui ama tanto gli spruzzi è secca. Chi ha rubato l’acqua? “La compagnia delle Acque libere ha acquistato i pozzi e le sorgenti della zona” le spiega la nonna. “D’ora in poi dovremo comprare l’acqua da loro”. A Marta questa cosa proprio non va giù. “non è giusto!” esclama. “L’acqua è di tutti!”.
	Pedibus e i suoi amici (Libro) Questo libretto ci ricorda che la strada verso la scuola è un'opportunità unica per i bambini di scoprire il mondo che li circonda mentre diventano più indipendenti. Questa storia è anche un esempio di solidarietà e di inclusione in un quartiere e sottolinea l'importanza di adattare gli spazi pubblici alle esigenze dei bambini.
	Chi è stato? (Libro illustrato) Splendidi disegni in bianco e nero, senza che le parole siano necessarie, raccontano le conseguenze di un gesto purtroppo ancora molto comune: il lancio di una bottiglia da un’auto in corsa. Cosa succede quando i rifiuti vengono abbandonati per strada, nei prati, nei fiumi e nei mari? In che modo il loro abbandono condiziona le persone, gli animali e la natura, con conseguenze che si riflettono sulla vita di tutti gli esseri con i quali condividiamo il pianeta.
	Diritto al gioco e al tempo libero (Scheda didattica, PDF) Attraverso attività ludiche e creative, i bambini imparano i loro diritti e il loro significato. Nel processo, vengono promosse importanti competenze ESS, come il pensiero sistemico, il pensiero critico e costruttivo, la riflessione sui propri e altrui valori, la cooperazione e la partecipazione.
	Watergame (Gioco da tavola) I bambini imparano a cambiare i loro comportamenti quotidiani per risparmiare acqua. Un’importante sfida è riuscire a collaborare tutti insieme per poter terminare il gioco, imparando l’importanza della cooperazione per ottenere grandi risultati. L’obiettivo, infatti, è insegnare ai bambini che l’acqua è un bene comune prezioso e l’accesso ad essa è un diritto civile.
	Uscire, osservare, sperimentare (Fascicolo PDF) La “Guida pratica per creare la propria gita ESS” è una pubblicazione che permette di approfondire la gita, quale strumento pedagogico per fare dell’educazione allo sviluppo sostenibile (ESS). Con la gita è possibile per esempio scoprire e approfondire aspetti legati ai beni comuni.
	Le vostre idee vanno in passeggiata (Fascicolo PDF) Una passeggiata all'aperto è il terreno ideale per la nascita e l'esplorazione di nuove idee: combinare le gambe con la testa per muoversi - letteralmente e figurativamente. È possibile così affrontare il tema dei beni comuni.
Pratiche ESS
	Fare l'orto insieme Gli allievi sperimentano la produzione di verdure nella periferia della città e il loro consumo.
	Benvenuti al Gartenclub! Alle elementari di Milchbuck ci sono progetti integrativi e un ambiente d’apprendimento che favoriscono il rispetto dell’individuo e la cooperazione.
Attività didattiche di attori esterni
	Sperimentare la cura della terra Lortobio promuove e condivide un approccio educativo inclusivo basato sulla pratica, dove l’orto diventa un laboratorio di relazione e di sperimentazione centrato sulla cura della terra come base comune.
	Sulla strada del mio quartiere Attraverso questa attività pedagogica viene promossa in modo particolare la socialità poiché i bambini hanno il tempo per scambiarsi opinioni sulla vita nel quartiere e fare proposte all’insegnante per eventuali migliorie che a loro potrebbero interessare.
	Laboratorio paesaggio valle bavona La Bavona è tra le valli più ripide e selvagge dell’arco alpino e l’uomo ha dovuto ingegnarsi per farne parte, consapevole che bisognava rispettarla e conoscerla per sfruttare al meglio le poche risorse che poteva offrire.
	Rifiuti e consumo Nelle lezioni sull'ambiente, gli alunni affrontano il loro comportamento di consumo e i suoi effetti sull'ambiente nella vita quotidiana. L'accento è posto sull'elaborazione delle proprie possibili azioni per un uso ecologico delle risorse naturali.

2° ciclo

Nel Piano di Studio Formazione generale: i concetti che i contesti abbracciano si rifanno agli obiettivi di sviluppo sostenibile, riassumibili attraverso una serie di snodi tematici. Questi sfociano negli orientamenti realizzativi e nei contesti di esperienza seguenti: Cittadinanza, culture e società: partecipare attivamente a discussioni di gruppo, processi decisionali, consessi democratici (consigli di cooperazione e simili), per affrontare, gestire e dirimere questioni di ordine locale e assumere comportamenti congruenti; promuovere e partecipare a iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio culturale e naturale in particolare su scala locale.   Biosfera, salute e benessere: realizzazione e gestione di un giardino o orto sostenibile (…).   Economia e consumi: gestire una piccola economia per la realizzazione di progetti collettivi; sviluppare e gestire un progetto teso alla sensibilizzazione dei giovani verso consumi responsabili.
Proposte didattiche
	Lavoro e proprietà (Download) Con questa proposta didattica, le allieve e gli allievi affrontano la questione di quando qualcosa appartiene a loro.
	Beni comuni globali (Download) Con questa proposta didattica, le allieve e gli allievi affrontano la questione di quali beni appartengono a tutti e come possono essere preservati.
Materiali didattici e film
	The Beauty (VOD) Cosa succederà quando il mondo sottomarino sarà ancora più invaso dalla plastica? Il film The Beauty è un viaggio poetico negli oceani che interpella le emozioni e i sensi, ma anche il proprio atteggiamento nei confronti dell'inquinamento dei mari.
	Cosa pensano gli animali della nostra scuola? (Dossier didattico, PDF) Oltre a diversi gruppi di persone, il terreno della scuola ospita anche diversi animali e piante. Ma chi è il vero proprietario del sedime scolastico? E chi può, può o vuole usarlo e come? Oltre a trasmettere la conoscenza delle specie, il mezzo didattico porta alla questione dell'uso dei beni comuni. Si devono riconoscere le diverse esigenze e cercare le possibilità di un uso soddisfacente per tutti.
	Un giardino scolastico molto generoso… (Dossier didattico, PDF) Proposta di un itinerario di educazione allo sviluppo sostenibile attorno alla relazione tra natura ed essere umano. Attraverso un approccio laboratoriale basato su alcune indagini sperimentali nei dintorni della scuola, gli allievi sono messi nella condizione di esplorare il concetto di biodiversità, interrogandosi sulle implicazioni e apprezzandone progressivamente i benefici.
	Chi è stato? (Libro illustrato) Splendidi disegni in bianco e nero, senza che le parole siano necessarie, raccontano le conseguenze di un gesto purtroppo ancora molto comune: il lancio di una bottiglia da un’auto in corsa. Cosa succede quando i rifiuti vengono abbandonati per strada, nei prati, nei fiumi e nei mari? In che modo il loro abbandono condiziona le persone, gli animali e la natura, con conseguenze che si riflettono sulla vita di tutti gli esseri con i quali condividiamo il pianeta.
	Diritto al gioco e al tempo libero (Scheda didattica, PDF) Attraverso attività ludiche e creative, i bambini imparano i loro diritti e il loro significato. Nel processo, vengono promosse importanti competenze ESS, come il pensiero sistemico, il pensiero critico e costruttivo, la riflessione sui propri e altrui valori, la cooperazione e la partecipazione.
	Watergame (Gioco da tavola) I bambini imparano a cambiare i loro comportamenti quotidiani per risparmiare acqua. Un’importante sfida è riuscire a collaborare tutti insieme per poter terminare il gioco, imparando l’importanza della cooperazione per ottenere grandi risultati. L’obiettivo, infatti, è insegnare ai bambini che l’acqua è un bene comune prezioso e l’accesso ad essa è un diritto civile.
	Le vostre idee vanno in passeggiata (Fascicolo PDF) Una passeggiata all'aperto è il terreno ideale per la nascita e l'esplorazione di nuove idee: combinare le gambe con la testa per muoversi - letteralmente e figurativamente. È possibile così affrontare il tema dei beni comuni.
Pratiche ESS
	Fare l'orto insieme Gli allievi sperimentano la produzione di verdure nella periferia della città e il loro consumo.
	Benvenuti al Gartenclub! Alle elementari di Milchbuck ci sono progetti integrativi e un ambiente d’apprendimento che favoriscono il rispetto dell’individuo e la cooperazione.
Attività didattiche di attori esterni
	Sperimentare la cura della terra Lortobio promuove e condivide un approccio educativo inclusivo basato sulla pratica, dove l’orto diventa un laboratorio di relazione e di sperimentazione centrato sulla cura della terra come base comune.
	Sulla strada del mio quartiere Attraverso questa attività pedagogica viene promossa in modo particolare la socialità poiché i bambini hanno il tempo per scambiarsi opinioni sulla vita nel quartiere e fare proposte all’insegnante per eventuali migliorie che a loro potrebbero interessare.
	Intervento ambientale un maggengo ticinese Il maggengo, con utilizzo affine alle colture e alla natura, serve quale spazio di formazione e incontro. Lavorare secondo l’età o l’abilità, per esempio nella cura del paesaggio, nel tagliare la legna, nel curare dei muretti a secco o nella realizzazione dei propri progetti.
	Laboratorio paesaggio valle bavona La Bavona è tra le valli più ripide e selvagge dell’arco alpino e l’uomo ha dovuto ingegnarsi per farne parte, consapevole che bisognava rispettarla e conoscerla per sfruttare al meglio le poche risorse che poteva offrire.
	Rifiuti e consumo Nelle lezioni sull'ambiente, gli alunni affrontano il loro comportamento di consumo e i suoi effetti sull'ambiente nella vita quotidiana. L'accento è posto sull'elaborazione delle proprie possibili azioni per un uso ecologico delle risorse naturali.

3° ciclo

Nel Piano di Studio Formazione generale: i concetti che i contesti abbracciano si rifanno agli obiettivi di sviluppo sostenibile, riassumibili attraverso una serie di snodi tematici. Questi sfociano negli orientamenti realizzativi e nei contesti di esperienza seguenti: Cittadinanza, culture e società: progettare e sostenere strategie e azioni in favore di attività di cooperazione allo sviluppo sostenibile.   Biosfera, salute e benessere: progettare e supportare iniziative pubbliche atte a sostenere lo sviluppo di politiche che promuovano la salute e il benessere di tutti gli esseri viventi; cooperare con le autorità locali per la salvaguardia, la cura dell’ambiente e la biodiversità.   Economia e consumi: pianificare e implementare semplici progetti imprenditoriali, calati nella realtà locale, basati su un concetto sostenibile del territorio e dell’economia (…); identificare le risorse e le opportunità della propria realtà locale per allestire un progetto, personale o co-partecipato.
Proposte didattiche
	Cooperazione (Download) Con questa proposta didattica, le allieve e gli allievi affrontano la questione di come si possa realizzare una cooperazione sostenibile sui beni comuni.
	Sufficienza (Download) Con questa proposta didattica, le allieve e gli allievi si occupano di consumi e di esigenze di consumo.
Materiali didattici e film
	Kiss The Ground (VOD) Il film mette in evidenza il potenziale che hanno i nostri suoli di ristabilire o addirittura rigenerare il clima della Terra e dei suoi ecosistemi. Il film spiega l'effetto serra e in particolare la funzione e il ciclo del carbonio nell'atmosfera.
	Scenes from a Dry City (VOD) Il cortometraggio mostra Città del Capo all'apice della crisi idrica. I singoli abitanti cercano di aggirare le restrizioni idriche per procacciarsi i mezzi di sostentamento. Le famiglie sopportano lunghe code ai punti di distribuzione dell'acqua. Ci sono proteste per attirare l'attenzione sulla distribuzione iniqua dell'acqua.
	The Beauty (VOD) Cosa succederà quando il mondo sottomarino sarà ancora più invaso dalla plastica? Il film The Beauty è un viaggio poetico negli oceani che interpella le emozioni e i sensi, ma anche il proprio atteggiamento nei confronti dell'inquinamento dei mari.
	Il conto (VOD) Chi paga per i bolidi a motore che “succhiano“ benzina, i viaggi in continenti lontani e i campi da golf nel deserto? Il cortometraggio mostra in modo provocatorio e divertente, ma non accusatorio, le ripercussioni del nostro stile di vita energivoro sul clima e sulle persone che vivono nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo.
	Water Grabbing (Libro) Questo libro-inchiesta affronta in modo documentato il tema dell'accaparramento d'acqua, vista come bene comune e diritto umano, da parte di attori in grado di prendere il controllo, o deviare a proprio vantaggio, risorse idriche sottraendole alle comunità la cui sopravvivenza si basa proprio su quelle stesse risorse e quegli stessi sistemi che sono depredati.
	Per amore dell'acqua. Flow (Libro e DVD) L’autrice raccoglie e documenta numerose prove contro la crescente privatizzazione di un patrimonio mondiale d’acqua dolce sempre più scarso, mettendo a fuoco problematiche riguardanti politica, inquinamento, diritti umani e l'avvento di uno spietato cartello mondiale dell'acqua.
	Il bosco che vive (Libro) Libro divulgativo, accompagnato da un'apposita colorata e chiara infografica, che permette di scoprire tramite aneddoti, storie, informazioni e punti di vista differenti la dinamicità dei boschi intesi come un unico grande organismo.
	Il mare che vive (Libro) Grazie a semplici infografiche e immagini coloratissime, questo libro guida i lettori e le lettrici alla scoperta delle vastità di acqua salata che tingono il nostro pianeta di blu, aiutandoli a conoscere le meraviglie degli abissi e le innumerevoli e straordinarie forme di vita che li popolano.
	alpMonitor (Sito web) Alpmonitor è una risorsa di base per gli insegnanti, non didattica, che permette loro di lavorare in classe con allievi e studenti per comprendere meglio le varie realtà del mondo alpino.
	Chi è stato? (Libro illustrato) Splendidi disegni in bianco e nero, senza che le parole siano necessarie, raccontano le conseguenze di un gesto purtroppo ancora molto comune: il lancio di una bottiglia da un’auto in corsa. Cosa succede quando i rifiuti vengono abbandonati per strada, nei prati, nei fiumi e nei mari? In che modo il loro abbandono condiziona le persone, gli animali e la natura, con conseguenze che si riflettono sulla vita di tutti gli esseri con i quali condividiamo il pianeta.
	Diritto al gioco e al tempo libero (Scheda didattica, PDF) Attraverso attività ludiche e creative, i bambini imparano i loro diritti e il loro significato. Nel processo, vengono promosse importanti competenze ESS, come il pensiero sistemico, il pensiero critico e costruttivo, la riflessione sui propri e altrui valori, la cooperazione e la partecipazione.
	Educazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (PDF) Temi globali quali il cambiamento climatico, l'eccessivo sfruttamento delle risorse, la riduzione delle diseguaglianze, una vita dignitosa per tutti richiedono con urgenza un cambiamento degli stili di vita attuali e una trasformazione dei modi di pensare e agire.
	Le vostre idee vanno in passeggiata (Fascicolo PDF) Una passeggiata all'aperto è il terreno ideale per la nascita e l'esplorazione di nuove idee: combinare le gambe con la testa per muoversi - letteralmente e figurativamente. È possibile così affrontare il tema dei beni comuni.
Pratiche ESS
	Nel bosco di montagna i giovani superano loro stessi In veste di collaboratori forestali, con un chiaro obiettivo di lavoro settimanale, gli allievi hanno dovuto darsi parecchio da fare: falciare il fieno su pendii ripidi, tagliare alberi con attrezzi a mano, tracciare e costruire sentieri e realizzare opere di protezione contro i pericoli naturali.
	Rinaturiamo Le ragazze e i ragazzi sono stati chiamati ad individuare le cause dell’esondazione del corso d’acqua vicino alla scuola. Essi hanno esplorato il problema e proposto delle possibili soluzioni per il bene di tutti.
Attività didattiche di attori esterni
	Intervento ambientale un maggengo ticinese Il maggengo, con utilizzo affine alle colture e alla natura, serve quale spazio di formazione e incontro. Lavorare secondo l’età o l’abilità, per esempio nella cura del paesaggio, nel tagliare la legna, nel curare dei muretti a secco o nella realizzazione dei propri progetti.
	Laboratorio paesaggio valle bavona La Bavona è tra le valli più ripide e selvagge dell’arco alpino e l’uomo ha dovuto ingegnarsi per farne parte, consapevole che bisognava rispettarla e conoscerla per sfruttare al meglio le poche risorse che poteva offrire.
	Rifiuti e consumo Nelle lezioni sull'ambiente, gli alunni affrontano il loro comportamento di consumo e i suoi effetti sull'ambiente nella vita quotidiana. L'accento è posto sull'elaborazione delle proprie possibili azioni per un uso ecologico delle risorse naturali.

Sec. II

Nel Piano di Studio Formazione professionale: programma  quadro per l'insegnamento della cultura generale Area d'apprendimento società: etica, politica, tecnologia ed economia. Scuole di maturità professionale: programma quadro d’insegnamento per la maturità professionale Ambito specifico: scienze naturali, scienze sociali, economia e diritto. Ambito complementare: tecnica e ambiente, economia e diritto, storia e politica. Scuole di maturità liceale: piano quadro degli studi per le scuole di maturità Materie: geografia, economia e diritto, filosofia, chimica e biologia. Scuole specializzate: programma quadro d'insegnamento per scuole specializzate Secondo settore di studio: scienze naturali. Terzo settore di studio: scienze umane e sociali.
Proposte didattiche
	Sufficienza (Download) Con questa proposta didattica, le persone in formazione si occupano di consumi e di esigenze di consumo.
Materiali didattici e film
	Kiss The Ground (VOD) Il film mette in evidenza il potenziale che hanno i nostri suoli di ristabilire o addirittura rigenerare il clima della Terra e dei suoi ecosistemi. Il film spiega l'effetto serra e in particolare la funzione e il ciclo del carbonio nell'atmosfera.
	Scenes from a Dry City (VOD) Il cortometraggio mostra Città del Capo all'apice della crisi idrica. I singoli abitanti cercano di aggirare le restrizioni idriche per procacciarsi i mezzi di sostentamento. Le famiglie sopportano lunghe code ai punti di distribuzione dell'acqua. Ci sono proteste per attirare l'attenzione sulla distribuzione iniqua dell'acqua.
	Il conto (VOD) Chi paga per i bolidi a motore che “succhiano“ benzina, i viaggi in continenti lontani e i campi da golf nel deserto? Il cortometraggio mostra in modo provocatorio e divertente, ma non accusatorio, le ripercussioni del nostro stile di vita energivoro sul clima e sulle persone che vivono nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo.
	Beni comuni | Pesca allo stagno (PDF) "Il sovrasfruttamento o la tragedia dei beni comuni". Il sottotitolo rivela di cosa si tratta: partendo da un gioco dove gli studenti pescano individualmente - da uno stagno virtuale comune, che ha una capacità limitata - l'uso insostenibile di risorse liberamente accessibili, i cosiddetti beni comuni, è reso immediatamente tangibile.
	Land Grabbing (Libro) Libro interessante che, grazie ad una esaustiva inchiesta giornalistica, spiega il fenomeno in atto a livello globale relativo all'accaparramento delle terre agricole da parte di Stati o di grandi compagnie. Mostra le produzioni in atto, i conflitti, le politiche e le persone coinvolte e/o protagoniste di questo nuovo fenomeno.
	Vivere con l'intelligenza artificiale (Libro) Saggio di veloce lettura che tocca il tema dell'Intelligenza Artificiale (IA)quale strumento da sfruttare come fonte di grandi benefici per la società, impedendone al contempo le derive più pericolose. In particolar modo il libro si china sulla questione dei nostri diritti di cittadini e consumatori sotto vari punti di vista.
	Water Grabbing (Libro) Questo libro-inchiesta affronta in modo documentato il tema dell'accaparramento d'acqua, vista come bene comune e diritto umano, da parte di attori in grado di prendere il controllo, o deviare a proprio vantaggio, risorse idriche sottraendole alle comunità la cui sopravvivenza si basa proprio su quelle stesse risorse e quegli stessi sistemi che sono depredati.
	Per amore dell'acqua. Flow (Libro e DVD) L’autrice raccoglie e documenta numerose prove contro la crescente privatizzazione di un patrimonio mondiale d’acqua dolce sempre più scarso, mettendo a fuoco problematiche riguardanti politica, inquinamento, diritti umani e l'avvento di uno spietato cartello mondiale dell'acqua.
	Il mare che vive (Libro) Grazie a semplici infografiche e immagini coloratissime, questo libro guida i lettori e le lettrici alla scoperta delle vastità di acqua salata che tingono il nostro pianeta di blu, aiutandoli a conoscere le meraviglie degli abissi e le innumerevoli e straordinarie forme di vita che li popolano.
	alpMonitor (Sito web) Alpmonitor è una risorsa di base per gli insegnanti, non didattica, che permette loro di lavorare in classe con allievi e studenti per comprendere meglio le varie realtà del mondo alpino.
	Educazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (PDF) Temi globali quali il cambiamento climatico, l'eccessivo sfruttamento delle risorse, la riduzione delle diseguaglianze, una vita dignitosa per tutti richiedono con urgenza un cambiamento degli stili di vita attuali e una trasformazione dei modi di pensare e agire.
	Le vostre idee vanno in passeggiata (Fascicolo PDF) Una passeggiata all'aperto è il terreno ideale per la nascita e l'esplorazione di nuove idee: combinare le gambe con la testa per muoversi - letteralmente e figurativamente. È possibile così affrontare il tema dei beni comuni.
Pratiche ESS
	La scuola al centro del villaggio Progetto che ambisce a trasformare la scuola in un microcosmo di quello che potrebbe essere la società del futuro, sostenibile e aperta al confronto.
Attività didattiche di attori esterni
	Intervento ambientale un maggengo ticinese Il maggengo, con utilizzo affine alle colture e alla natura, serve quale spazio di formazione e incontro. Lavorare secondo l’età o l’abilità, per esempio nella cura del paesaggio, nel tagliare la legna, nel curare dei muretti a secco o nella realizzazione dei propri progetti.
	Laboratorio paesaggio valle bavona La Bavona è tra le valli più ripide e selvagge dell’arco alpino e l’uomo ha dovuto ingegnarsi per farne parte, consapevole che bisognava rispettarla e conoscerla per sfruttare al meglio le poche risorse che poteva offrire.

Approfondimenti

 

L'ESS aiuta, tra le altre cose, a capire meglio la complessità di un tema da una prospettiva più sostenibile. A tale fine è indispensabile fondarsi su una base contenutistica. Il testo che segue offre quindi una panoramica tematica. È tuttavia importante sottolineare che non ha la pretesa di essere esaustivo a livello contenutistico. Si presta però a elaborare o trasmettere contenuti nell'ambito dell'insegnamento.

1. Beni comuni e beni privati

In linea di principio, esistono molti altri modi per suddividere i beni. Questo dossier tematico è però incentrato sulla distinzione tra beni comuni e beni privati. Chi porta una torta in classe, non si aspetta che ne rimanga ancora un pezzetto alla fine dell'ora. Chi invece pesca regolarmente nel Lago di Costanza, spera ogni volta di catturare un pescato sufficientemente abbondante. Proprio come la torta preparata per tutti/e gli/le allievi/e della classe, anche le risorse ittiche di molti laghi svizzeri sono a disposizione di tutti coloro che vi pescano. A differenza della torta, però, le risorse ittiche non dovrebbero essere sfruttate fino all'esaurimento. Il Lago di Costanza rappresenta un esempio di pesca sostenibile praticata per secoli (dal 1350 al 1900 circa): non essendoci un'autorità di regolamentazione, in passato i pescatori collaboravano con i notabili locali. Insieme decidevano quali metodi di pesca utilizzare e come pescare. Insieme avevano stabilito i prezzi massimi per il pesce. Avevano pure deciso le eventuali sanzioni da applicare nel caso in cui qualcuno non si fosse attenuto alle regole. Adeguavano inoltre regolarmente le disposizioni. L'obiettivo non era principalmente quello di proteggere l'ambiente, bensì era quello di coprire i bisogni fondamentali. Non si trattava di catturare il maggior numero possibile di pesci; l'importante era pescarne a sufficienza. I pescatori sapevano chiaramente quali sarebbero state le conseguenze di una pesca eccessiva nel Lago di Costanza: i loro mezzi di sostentamento sarebbero andati distrutti. Oggi, la Internationale Bevollmächtigtenkonferenz für die Bodenseefischerei (IBKF), ossia la Conferenza plenipotenziaria internazionale per la pesca sul Lago di Costanza, si occupa di preservare le riserve ittiche. La pesca nel lago di Costanza mostra quindi come le persone riescono a gestire efficacemente un bene comune. I beni comuni all'interno di una comunità sono tutti quei beni che (a) sono accessibili a tutte o a molte persone, (b) sono gestiti in comune da queste ultime, ossia mantenute e curate, e (c) possono essere utilizzati contemporaneamente. Esempi tipici di beni comuni sono le strade e le piazze pubbliche, i numerosi boschi e laghi, e anche l'aria come risorsa intangibile. I beni privati, invece, sono a disposizione solo di una o di poche persone all'interno di una comunità. Esempi tipici di beni privati sono le matite e il cibo che si sono acquistati, la propria bicicletta e il proprio cuscino. In molte società, entrambi i tipi di diritti d'utilizzazione coesistevano e coesistono tuttora su un piede di parità.

2. Beni comuni considerati beni privati

Dal punto di vista dello Stato in quanto comunità, un tavolo da cucina in una comunità abitativa è considerato un bene privato, perché è qualcuno ad averlo acquistato. All'interno della comunità abitativa, il tavolo da cucina è però gestito come un bene comune, perché chi lo ha acquistato lo mette a disposizione di tutti finché vive in quella comunità abitativa. Questo esempio mostra un aspetto centrale dei beni comuni: analogamente ai beni privati, anch'essi hanno dei proprietari, sia sotto forma di istituzioni statali che di collettività locali. Per consentire alle persone di prendersi cura in modo mirato dei beni comuni, questi ultimi devono essere integrati in una rete istituzionale. Ciò significa che altre istituzioni (fra cui lo Stato nazionale) riconoscono i rispettivi diritti di proprietà. Ne sono un esempio le Alpi svizzere. Molte persone approfittano quotidianamente di questo bene comune (facendo escursioni, gite, ecc.). Lo Stato svizzero riconosce il diritto di proprietà del Club Alpino Svizzero (CAS) sulle sue capanne alpine. Il CAS riconosce a sua volta il diritto di proprietà dello Stato sulle Alpi svizzere e di conseguenza collabora con quest'ultimo per promuovere l'uso sostenibile di questo bene comune. Nei Paesi europei, in particolare, esiste già un'integrazione relativamente buona dei diritti di proprietà collettivi. La situazione è invece diversa in molti Paesi del Sud globale. In quell'area, alcuni Stati non riconoscono i diritti delle comunità locali sulla loro terra. Solitamente assegnano la terra ad aziende sotto forma di concessioni. Praticando l'estrazione mineraria, il disboscamento delle foreste e attività simili, queste aziende spesso sfruttano la terra. Il diritto consuetudinario fino ad allora in vigore non viene riconosciuto. Fonte: éducation21

3. L'interesse personale e la cooperazione

Nel 1968, l'ecologo Garrett Hardin mette in evidenza la "tragedia delle cosiddette almende o dei beni comuni": ciò che è utilizzato da tutti, alla fine va in rovina perché i singoli si preoccupano solo del proprio interesse personale e non sono disposti a investire nella cura e nella manutenzione del bene comune. Quest'ultimo viene quindi trascurato collettivamente da tutti. Hardin giunge a questa conclusione basandosi su singoli esempi reali e sul seguente esperimento mentale: "Erba verde rigogliosa e spazio in abbondanza: i pascoli alpini sono una possibilità ideale per le contadine e i contadini di espandere i terreni che gestiscono. Mentre in estate le loro mucche o pecore si nutrono sui pascoli d'alta quota utilizzati in comune, essi possono falciare i prati privati a valle e procurarsi così il foraggio necessario per l'inverno. Se però un alpeggio viene messo a disposizione di tutti i contadini senza alcuna restrizione, questo bene finirà per essere sovrautilizzato, perché tutti i contadini vi manderanno al pascolo il maggior numero possibile di animali che vi pasceranno il più a lungo possibile, e non si occuperanno della cura degli alpeggi o della manutenzione delle capanne e dei sentieri, anche se così facendo il bene comune del pascolo alpestre sarà destinato a degradarsi a lungo termine. L'argomentazione di Hardin è stata tuttavia confutata dall'economista Elinor Ostrom, secondo la quale l'uso di beni comuni non deve finire in tragedia. Nel 1990, quest'ultima ha dimostrato, avvalendosi di vari esempi (anche storici), che le comunità locali possono riuscire a gestire stabilmente i loro beni comuni a lungo termine agendo congiuntamente, a condizione però di rispettare tutta una serie di principi. In determinati casi, la cooperazione è quindi particolarmente sostenibile e superiore sia al controllo statale che alla privatizzazione. Nel caso dei pascoli alpestri, per esempio, è impossibile per una persona occuparsi da sola della loro gestione per via della loro vastità e lontananza. Stando alle teorie nella cerchia di Hardin, le persone preferiscono ricavare profitti a breve termine senza considerare che così facendo potrebbero causare dei costi a lungo termine. Ostrom, invece, relativizza questa visione: secondo lei, non tutti puntano a massimizzare i profitti e a sfruttare eccessivamente l'ambiente. Le persone possono anche necessitare di risorse semplicemente per soddisfare i propri bisogni fondamentali, tenendo conto nel contempo delle esigenze delle generazioni future. Di conseguenza, le collettività locali si propongono ancora oggi come proprietari. Fonte: éducation21

4. Responsabilità e competenze

La questione della gestione sostenibile dei beni comuni è correlata alle domande seguenti: "chi è responsabile del bene comune in questione? E quali competenze possiede questa persona, collettività o organizzazione?". Tutte le possibilità presentano però sia opportunità che pericoli. Di conseguenza, i dettagli sono decisivi quando si tratta di amministrare e gestire un bene comune. Lo Stato: per Hardin, la responsabilità statale per i beni comuni è una delle conseguenze dello sfruttamento. Se coloro che sfruttano un bene comune se ne prendono troppo poca cura e se il numero di chi ne approfitta aumenta troppo, lo Stato interviene in modo regolatore. Per esempio, se le strade di un quartiere non vengono mantenute dai suoi residenti, lo Stato riscuote delle tasse e con queste entrate provvede alla loro manutenzione. Qui sussiste un'opportunità per le persone private: possono cedere la loro responsabilità e dopo non devono più preoccuparsi di nulla. Pagando delle tasse, possono utilizzare il bene comune senza dover lavorare direttamente alla sua manutenzione. Per molti, questo è un sollievo nella loro vita quotidiana, per via della quantità di beni comuni di cui ci si dovrebbe prendere cura. Sussiste invece un pericolo quando lo Stato amministra dei beni comuni e non tiene conto delle condizioni e delle esigenze locali quando prende le sue decisioni. Soprattutto nel Sud globale, ci sono numerosi esempi in tal senso, sia già accaduti in passato che odierni. Per esempio, molte comunità rurali devono abbandonare il proprio villaggio e quindi rinunciare ai propri mezzi di sostentamento, perché lo Stato vende l'area in questione ad aziende o rilascia loro delle concessioni per il suo sfruttamento. Questo succede anche se la comunità rurale di quel villaggio ha utilizzato la terra per decenni o addirittura secoli e la considera di sua proprietà secondo il diritto consuetudinario. In Etiopia, per esempio, dal 2008 sono stati dati in affitto almeno 3,6 milioni di ettari di terra, anche ad investitori stranieri. In precedenza, il Governo etiope aveva annunciato che avrebbe trasferito circa 1,5 milioni di persone. Per fornire loro un'alternativa di sostentamento, il Governo si era impegnato a collegare i nuovi villaggi alle infrastrutture e a fornire ulteriore assistenza. Tuttavia, molte promesse fatte dal Governo non sono state mantenute, come il trasferimento volontario delle persone toccate da questa misura. La proprietà privata: in molte teorie dello Stato, la proprietà privata era ed è considerata un elemento importante di una società. Per John Locke (1632-1704) è un diritto naturale dato da Dio. Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), invece, la considera la base di ogni società. Secondo lui, le persone rispettano le leggi e le regole solo se ricevono in cambio una proprietà. (Maggiori informazioni al riguardo nell'articolo “Sarà mio” apparso sulla rivista ventuno 3 | 2023 nelle pagine 4-5). Ricollegandosi alle considerazioni di Rousseau, sarebbe sensato privatizzare i beni comuni. Questo si associa alla speranza o addirittura all'obbligo legale per il proprietario o i proprietari di prendersi cura o di mantenere meglio il bene rispetto a quanto avverrebbe nel caso del bene comune. Qui sta l'opportunità di privatizzare beni comuni. Essa si manifesta, per esempio, quando si paragonano parchi pubblici e giardini privati. Nei primi sono spesso presenti molti più rifiuti. Nel contempo sussiste il pericolo che il proprietario tragga profitto dal bene in questione, per esempio sotto forma di tasse d'utilizzazione. Chi desidera accedere ai giardini deve pagare. Gli spazi pubblici si riducono, la segregazione sociale aumenta perché non tutti possono permettersi di pagare le tariffe richieste. Si pone in particolare anche la questione di come la privatizzazione dei beni comuni funzioni quando il bene comune non è tangibile ma è comunque accessibile a tutti, come l'aria. Inoltre, non si riesce a determinare chiaramente se il bene comune sarebbe gestito meglio dallo Stato o dalle persone private, poiché un'istituzione come lo Stato ha un orizzonte temporale molto più lungo e può quindi pianificare a lungo termine. I "commons": per "commons" si intendono le risorse amministrate e utilizzate congiuntamente da collettività locali. Nella maggior parte dei casi, queste forme di utilizzazione e proprietà hanno una lunga storia che in Europa risale al Medioevo. Soprattutto prima della costituzione degli Stati nazionali, mancavano spesso alternative all'azione collettiva. Oggi, il termine "commons" designa anche altre forme di proprietà comune. Molte persone trattano quotidianamente determinati beni comuni come "commons". Per esempio, quando i coinquilini di una comunità abitativa si occupano insieme delle faccende domestiche o quando molti inquilini condividono la lavatrice o la lavanderia dello stabile in cui vivono. In alcuni casi, i "commons" sono una proprietà in comune (p. es. occuparsi delle faccende domestiche nell'abitazione condivisa), in altri è solo il loro uso ad essere collettivo (p. es. la lavanderia nel caso di appartamenti in affitto). Entrambe le forme hanno in comune il fatto che i beni collettivi soddisfano i bisogni fondamentali o eventualmente generano un determinato ricavo, ma non servono a massimizzare i profitti. Un'opportunità dei "commons" risiede nella disponibilità a cooperare. Quest'ultima è tanto grande nei "commons" proprio perché i/le partecipanti condividono determinate convinzioni, ossia che il proprio benessere dipende dal funzionamento della comunità e che non si deve consumare il più possibile, bensì che basta semplicemente consumare a sufficienza. Dato che i "commoners", ossia le persone che si occupano dei "commons", sono personalmente responsabili dei propri beni, si sviluppa un certo senso di appartenenza e solidarietà tra loro. Tali "commons" riducono il rischio di sovrasfruttamento, perché non sono (interamente) soggetti ai meccanismi dell'economia di mercato capitalista. I "commoners" coltivano un'altra forma di convivenza e di proprietà, spesso accompagnate da un diverso comportamento di consumo. A New York City, per esempio, dal 1973 esiste un supermercato gestito nel senso di un "common". I prodotti che vende sono certo più economici, in compenso i membri dell'organizzazione fanno tutto da soli, dallo scarico delle merci, passando dalla vendita e dall'incasso fino al trasporto. Chi desidera fare acquisti in questo supermercato, deve diventare membro dell'organizzazione, versare una quota d'iscrizione in denaro e svolgere svariati lavori. Per permettere ai/alle dipendenti con prole di lavorare, altri membri si occupano dei loro figli. La difficoltà dei "commons" sta soprattutto nel trovare una forma vincolante di collaborazione o amministrazione che sia giusta per la maggioranza delle persone coinvolte e alla quale partecipi il maggior numero possibile di persone. Qui risiede uno dei pericoli dei "commons" in quanto si devono regolamentare molti aspetti: impostare le regole di accesso e utilizzo; controllare l'attuazione; sanzionare le inosservanze; adeguare le regole; dirimere i conflitti in modo mirato; monitorare lo sviluppo della risorsa utilizzata. Non tutte le persone che partecipano alla comunità sono ugualmente coinvolte nei processi amministrativi. Ecco perché il processo decisionale svolge un ruolo centrale. Inoltre, nel caso dei "commons" si pone la questione di capire se non siano troppo piccoli per risolvere le grandi crisi. Infatti, più persone vogliono fare uso di un bene comune, più aumenta la richiesta di collaborazione e nel contempo, più diventa complicata la sua attuazione. Ciò vale in particolare per i beni comuni globali come l'aria pulita, gli oceani o l'atmosfera terrestre, ma anche per i beni comuni digitali come le foto, i video e gli oggetti d'arte in Internet.

5. Beni comuni: un'interazione complessa tra ambiente, società ed economia

Boschi, aria pulita, acqua potabile, ecc. È proprio la qualità dei beni naturali a caratterizzare in modo decisivo un futuro sostenibile, in quanto costituiscono i mezzi di sostentamento di tutti gli esseri viventi sul pianeta. Ma anche beni come la conoscenza e i valori svolgono un ruolo centrale per un futuro sostenibile. È quindi fondamentale riflettere sulla responsabilità (morale e legale) delle persone nei confronti di determinati beni. Questo include la domanda seguente: "Quali beni sono beni privati e quali beni sono o dovrebbero essere beni comuni?". In un'epoca in cui il capitalismo, il cui obiettivo è massimizzare i profitti, influenza fortemente il pensiero e l'azione sociale, molte persone si preoccupano maggiormente dei beni quando questi ultimi appartengono loro. Mentre in molte città si abbandonano per esempio i rifiuti sulle strade pubbliche, molti giardini privati appaiono ben curati e concepiti meticolosamente. Soprattutto nel caso di beni comuni globali come l'aria pulita, la biodiversità o gli oceani, è necessario fare chiarezza sulla responsabilità. Anche se tutti hanno (o dovrebbero avere) accesso a questi beni e dipendono da essi, la loro qualità diminuisce a livello globale. Forse le persone si preoccuperebbero maggiormente dei beni comuni globali se partissero dal presupposto che appartengono loro. Questo, a sua volta, solleva la domanda seguente: "Questi beni continueranno ad essere accessibili a tutti o si dovranno per esempio pagare tasse supplementari per il loro utilizzo?". Questo va di pari passo con la decisione di acquistare dei beni per soddisfare i naturali bisogni o invece per massimizzare i profitti. Il fatto che una persona possieda un'auto per andare al lavoro o ne possieda dieci semplicemente perché può permetterselo, influenza la qualità dei beni comuni, comprese le risorse naturali che devono essere utilizzate per costruire questo veicolo. Il comportamento di consumo e i beni comuni sono quindi interrelati. Il modo in cui le persone gestiscono i beni comuni influenza anche la convivenza e la collaborazione. La cura collettiva dei beni comuni favorisce ed esige un comportamento cooperativo. Una convivenza e una collaborazione riuscite richiedono valori e competenze corrispondenti, come la disponibilità a condividere qualcosa e a prendersene cura, anche se quella cosa non appartiene a una sola persona e non la si usa a titolo privato. A differenza dei beni privati che appartengono a singole persone, molti beni comuni mantengono la loro importanza per la società attraverso le generazioni. Chi per esempio va a nuotare in un lago, non dovrebbe né abbandonare rifiuti lungo la sua riva o in acqua né inquinare l'acqua senza motivo al fine di preservare il lago in quanto bene comune. Tutte queste considerazioni mostrano la complessa interazione tra ambiente, società ed economia in relazione ai beni comuni. Fonte: éducation21

6. Fonti

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7. Per andare oltre

Di seguito sono proposti alcuni portali web, contributi video o risorse utili ai docenti per conoscere o approfondire taluni aspetti del tema (consultati nell’ottobre 2023). Webzine «l'ambiente» 3/2023 - Le nostre acque (UFAM) Senza acqua, tutti i processi biologici si fermerebbero. Per preservare la vita, dobbiamo proteggere l'acqua, questo bene comune.   Un’economia vegetale per l’era dei beni comuni (RSI - Plusvalore, 13.01.2022, 3 min.) Le scienze economiche e il mondo degli affari si ispira alla natura. Con questo breve confronto fra regno animale e umani con il regno vegetale si mette in evidenza come quest’ultimo insegna come la cooperazione ha una potenza generativa importante e permette di ottenere il massimo con la convivenza con i propri vicini.   Cosa sono i beni comuni? (Commons Deutschland, 3'10"; 17.11.2010) Questo breve video esplicativo (cartone animato) fornisce una definizione e un’introduzione alla idea dei beni comuni/commons e a quali sfide questi sono confrontati.   I beni comuni (DSS; 17.05.2001) Con il termine "beni comuni" si designano i pascoli, i boschi e i terreni incolti destinati allo sfruttamento economico collettivo da parte dei membri di una comunità - costituita da uno o più villaggi, nuclei o insediamenti - che godono di questo diritto.   L’importanza dei beni comuni, per Stefano Rodotà (WWF Italia, 13’14”, 24.06.2017) L’importanza dei beni comuni (non solo limitati a quelli disponibili in natura come aria e acqua) come un parco per i cittadini, creati dai diritti fondamentali delle persone e come difenderli.   La difesa non violenta dei ben i comuni (TEDx Talks, 17’06”, 8.2.2019) Un discorso di grande ispirazione su un'avventura durata 12 anni in Madagascar. Massimiliano tocca con leggerezza i disastri e gli orrori che si verificano in Madagascar e non ha alcuna intenzione di denunciarli: al contrario, ci racconta cosa lui e altre grandi persone hanno messo in atto per evitare ulteriori danni.   L’economia nell’era dei beni comuni (Università Bocconi) La tragedia, le sfide e le possibili soluzioni. Oggi, e ancor più domani, i beni economici e sociali decisivi per la qualità della vita sulla Terra e forse per la sua stessa sopravvivenza sono e saranno beni che utilizziamo contemporaneamente in tanti, tutti in alcuni casi (ad esempio, lo strato di ozono), e che sottostanno a leggi ben diverse da quelle che regolano la produzione e il consumo dei beni privati, quelli studiati dalla scienza economica in questi due secoli. In questa nuova-antica era, la regola saranno i beni comuni, l’eccezione i beni privati. Un ulteriori articolo di UNIMONDO sul tema.

pubblicato il 12.10.2023